martedì 15 aprile 2014

JOB'S ACT

Salve a tutti!!! Torniamo a parlare dopo un periodo di pausa nuovamente di riformre.
Torno sul'argomento perche' l'obbiettivo che si e' proposto l'attuale governo in carica (il governo Renzi),sono proprio le riforme.

Come ho gia' accennato in un post nella mia pagina di facebook analizzeremo i quattro principali obiettivi che il governo Renzi si e' posto:

-Job's Act  (riforma del lavoro);
-Riforma delle provincie;
-Riforma del senato;
-Riforma del titolo quinto;
-Riforma della legge elettorale (Italcum)

In questo primo post parleremo del JOB'S ACT.


Ecco cosa prevede la proposta di riforma proposta da Renzi e dal ministro del lavoro Poletti.

  • Viene alzata da 12 a 36 mesi la durata dei contratti a tempo determinato senza causale, cioè quelli per cui non è obbligatorio specificare il motivo dell’assunzione. La forza lavoro assunta con questo tipo di contratto non potrà essere più del 20 per cento del totale degli assunti.
  • I contratti a tempo determinato si potranno rinnovare fino a un massimo di otto volte in tre anni, sempre che ci siano ragioni oggettive e si faccia riferimento alla stessa attività lavorativa.
  • Salta l’obbligo di pausa tra un contratto e l’altro.
  • I contratti di apprendistato avranno meno vincoli. Per esempio per assumere nuovi apprendisti non sarà obbligatorio confermare i precedenti apprendisti alla fine del percorso formativo. La busta paga base degli apprendisti sarà pari al 35 per cento della retribuzione del livello contrattuale di inquadramento.
  • È prevista inoltre l’abolizione del Durc (Documento unico di regolarità contributiva), il documento sugli obblighi legislativi e contrattuali delle aziende nei confronti di Inps, Inail e Cassa edile. Sarà sostituito da un modulo da compilare su internet.

Quella presentata qui' sopra e' a grandi linee e' la prosta Renzi di riforma del lavoro, ma non e' completa; infatti il governo ha presentato anche dei  D.D.L. delega se diverse materie connesse a questa riforma che sono:
D.D.L. delega  in materia di ammortizzatori sociali che prevede:

  • rivedere i criteri di concessione ed utilizzo delle integrazioni salariali escludendo i casi di cessazione aziendale;
  • semplificare le procedure burocratiche anche con la introduzione di meccanismi automatici di concessione;
  • prevedere che l’accesso alla cassa integrazione possa avvenire solo a seguito di esaurimento di altre possibilità di riduzione dell’orario di lavoro;
  • rivedere i limiti di durata, da legare ai singoli lavoratori;
  • prevedere una maggiore compartecipazione ai costi da parte delle imprese utilizzatrici;
  • prevedere una riduzione degli oneri contributivi ordinari e la loro rimodulazione tra i diversi settori in funzione dell’effettivo utilizzo;
  • rimodulare l’ASpI omogeneizzando tra loro la disciplina ordinaria e quella breve;
  • incrementare la durata massima dell’ASpI per i lavoratori con carriere contributive più significative;
  • estendere l’applicazione dell’ASpI ai lavoratori con contratti di co.co.co., prevedendo in fase iniziale un periodo biennale di sperimentazione a risorse definite;
  • introdurre massimali in relazione alla contribuzione figurativa;
  • valutare la possibilità che, dopo l’ASpI, possa essere riconosciuta un’ulteriore prestazione in favore di soggetti con indicatore ISEE particolarmente ridotto;
  • eliminare lo stato di disoccupazione come requisito per l’accesso a prestazioni di carattere assistenziale.
Nell’esercizio di tale delega verranno individuati meccanismi volti ad assicurare il coinvolgimento attivo del soggetto beneficiario di prestazioni di integrazione salariale, ovvero di misure di sostegno in caso di disoccupazione, al fine di favorirne lo svolgimento di attività in favore della comunità locale di appartenenza.
D.D.L. delega di servizi per il lavoro e di politiche attive che prevede:
La delega è finalizzata a garantire la fruizione dei servizi essenziali in materia di politica attiva del lavoro su tutto il territorio nazionale, nonché ad assicurare l’esercizio unitario delle relative funzioni amministrative. A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi:
  • razionalizzare gli incentivi all’assunzione già esistenti, da collegare alle caratteristiche osservabili per le quali l’analisi statistica evidenzi una minore probabilità di trovare occupazione;
  • razionalizzare gli incentivi per l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità;
  • istituire, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, un’Agenzia nazionale per l’impiego per la gestione integrata delle politiche attive e passive del lavoro, partecipata da Stato, Regioni e Province autonome e vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. All’agenzia sarebbero attribuiti compiti gestionali in materia di servizi per l’impiego, politiche attive e ASpI e vedrebbe il coinvolgimento delle parti sociali nella definizione delle linee di indirizzo generali. Si prevedono meccanismi di raccordo tra l’Agenzia e l’Inps, sia a livello centrale che a livello territoriale, così come meccanismi di raccordo tra l’Agenzia e gli enti che, a livello centrale e territoriale, esercitano competenze in materia di incentivi all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità;
  • razionalizzare gli enti e le strutture, anche all’interno del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che operano in materia di ammortizzatori sociali, politiche attive e servizi per l’impiego allo scopo di evitare sovrapposizioni e garantire l’invarianza di spesa;
  • rafforzare e valorizzare l’integrazione pubblico/privato per migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro;
  • mantenere il capo al Ministero del lavoro e delle politiche sociali il ruolo per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni che debbono essere garantite su tutto il territorio nazionale;
  • mantenere in capo alle Regioni e Province autonome le competenze in materia di programmazione delle politiche attive del lavoro;
  • favorire il coinvolgimento attivo del soggetto che cerca lavoro;
  • valorizzare il sistema informativo per la gestione del mercato del lavoro e il monitoraggio delle prestazioni erogate.
D.D.L. delega  in materia di semplificazione delle procedure e degli adempimenti che prevede:

La delega punta a conseguire obiettivi di semplificazione e razionalizzazione delle procedure di costituzione e gestione dei rapporti di lavoro, al fine di ridurre gli adempimenti a carico di cittadini e imprese. A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi:
  • razionalizzare e semplificare le procedure e gli adempimenti connessi con la costituzione e la gestione del rapporto di lavoro, con l’obiettivo di dimezzare il numero di atti di gestione del rapporto di carattere burocratico ed amministrativo;
  • eliminare e semplificare, anche mediante norme di carattere interpretativo, le disposizioni interessate da rilevanti contrasti interpretativi, giurisprudenziali e amministrativi;
  • unificare le comunicazioni alle pubbliche amministrazioni per i medesimi eventi (es. infortuni sul lavoro) ponendo a carico delle stesse amministrazioni l’obbligo di trasmetterle alle altre amministrazioni competenti;
  • promuovere le comunicazioni in via telematica e l’abolizione della tenuta di documenti cartacei;
  • rivedere il regime delle sanzioni, valorizzando gli istituti di tipo premiale, che tengano conto della natura sostanziale o formale della violazione e favoriscano l’immediata eliminazione degli effetti della condotta illecita (a parità di costo);
  • individuare modalità organizzative e gestionali che consentano di svolgere, anche in via telematica, tutti gli adempimenti di carattere burocratico e amministrativo connesso con la costituzione, la gestione e la cessazione del rapporto di lavoro;
  • revisione degli adempimenti in materia di libretto formativo del cittadino
D.D.L. delega  in materia di conciliazione dei tempi di lavoro con le esigenze genitoriali che preverde:

La delega ha la finalità di contemperare i tempi di vita con i tempi di lavoro dei genitori. In particolare, l’obiettivo che si vuole raggiungere è quello di evitare che le donne debbano essere costrette a scegliere fra avere dei figli oppure lavorare.
A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi:
  • introdurre a carattere universale l’indennità di maternità, quindi anche per le lavoratrici che versano contributi alla gestione separata;
  • garantire, alle lavoratrici madri parasubordinate, il diritto alla prestazione assistenziale anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro;
  • abolire la detrazione per il coniuge a carico ed introdurre il tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito familiare;
  • incentivare accordi collettivi volti a favorire la flessibilità dell’orario lavorativo e l’impiego di premi di produttività, per favorire la conciliazione dell’attività lavorativa con l’esercizio delle responsabilità genitoriali e dell’assistenza alle persone non autosufficienti;
  • favorire l’integrazione dell’offerta di servizi per la prima infanzia forniti dalle aziende nel sistema pubblico – privato dei servizi alla persona, anche mediante la promozione del loro utilizzo ottimale da parte dei lavoratori e dei cittadini residenti nel territorio in cui sono attivi.

Questo e' quanto prevede la proposta del governo Renzi; una sola considerazione di carattere personale e da semplice cittadino non'esperto della materia: ritengo sbagliato allungare la precarizzazione dei contratti da 1 a ben 3 anni; personalmente credo che dopo massimo 2-3 rinnovi bisognerebbe passare ad un contratto a tempo indeterminato ma con la possibilita' per il datore di lavoro di potere terminare il contratto in caso  di grave crisi aziendale e nel contempo un'aiuto da parte dello stato per reinserire nel mondo del lavoro questi lavoratori. Ritengo sarebbe utile inoltre introdurre una defiscalizzazione o comunque una riduzione della tassazione per tutte quelle aziende che si impegnano ad'assumere a tempo indeterminato i lavoratori con contratti a termine gia' presenti nelle loro aziende. Queste da me proposte sono solo due cose ma ce ne sarebbero anche delle altre, che vedo mancare in questa proposta di Renzi. Mi auguro che durante la discussione in parlamento di questa legge possano essere aggiunte.


Fonti del materiale presente in questo post:
Quotidiano Internazionale;

Sito ufficiale Governo italiano

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